L’amico dottor Domizio Cipriani, italiano residente da moltissimi anni nel Principato di Monaco, che ha guadagnato – grazie al suo impegno tanto nel campo finanziario internazionale quanto nelle attività svolte quale mecenate filantropo – l’accesso al ristretto ed elitario “milieu” della famiglia regnante dei Grimaldi, sottopone alla nostra attenzione il testo della convenzione stipulata tra l’Ordine dei Templari del Principato, di cui egli è Gran Maestro, ed una università italiana.
Chi desidera leggere questo documento, può richiederlo al nostro indirizzo elettronico: sarà per noi un piacere inviarglielo.
L’analisi del contenuto della convenzione deve prendere le mosse da una valutazione di quanto rappresenta il Principato di Monaco, di cui – quali residenti nella zona di confine con la Francia – ci consideriamo vicini di casa – nell’attuale contesto dell’Europa.
Non è sfuggito ai grandi mezzi di comunicazione il fatto che il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, nel corso del suo ultimo viaggio in Europa – abbia compiuto una visita di stato presso il principe.
Normalmente, il piccolo stato monegasco non riceve queste visite, né il principe le compie presso i suoi omologhi stranieri. Una delle rare eccezioni fu quando Ranieri III si recò all’Eliseo dal generale De Gaulle. Il quale teneva nei riguardi del Principato un atteggiamento ambivalente. Da una parte, egli non vedeva di buon occhio il fatto che uno stato indipendente, non sottoposto come tale alla sovranità della “République”, fosse “enclavé” – come si dice in francese – nel suo territorio. Dall’altra parte, però, non poteva negare che Ranieri fosse un interlocutore degno di lui.
Il principe Grimaldi, malgrado la condizione di neutralità del suo stato, aveva combattuto come ufficiale nelle fila della Francia libera, ed il casino di Montecarlo si era salvato dalla distruzione soltanto perché l’ufficiale tedesco cui era stato ordinato di bruciarlo aveva rifiutato di obbedire, analogamente a come si era comportato a Parigi il generale von Choltitz.
Inoltre, il principe ed il presidente avevano in comune l’adesione – al più alto livello – alle società esoteriche tradizionali.
Ranieri III aveva partecipato di persona alla ricostituzione dell’Ordine dei Templari, mentre De Gaulle diceva che fosse il “Grand Nautonnier” del Priorato di Sion, l’ordine più segreto di tutti, in quanto nega perfino di esistere, nonché il più ristretto, essendo composto da centoquarantaquattro membri, chiamati a farne parte per cooptazione. De Gaulle aveva anche riunito i suoi “compagnons” della liberazione non già in una associazione, bensì in un ordine, di cui egli era il Gran Maestro.
Questa fu l’unica carica che il generale mantenne fino alla morte. Tra i due non mancavano dunque i tratti comuni.
Per giunta, il Principato è l’unica monarchia assoluta sopravvissuta in Europa, anche se nel 1965 Ranieri III ha “ottriato”, cioè concesso, una costituzione. Ne deriva che la politica estera, diversamente da quanto avviene nelle altre monarchie, non è di competenza del governo, bensì del Capo dello Stato. Il quale la dirige con molta sagacia.
La visita di Xi Jinping è stata propiziata dall’adozione, da parte del Principato, del sistema detto “5G”, il che comporta la sua diffusione automatica in Francia, essendo il Principato integrato in essa dal punto di vista elettronico.
Trovandoci a Roma, i colleghi francesi accreditati presso la sala stampa del Vaticano ci hanno confidato che il loro paese, pur disponendo tanto dell’ambasciata presso la Santa Sede di “Villa Bonaparte” quanto dell’Accademia di Villa Medici, non eguaglia l’attività svolta, specialmente nel campo della cultura religiosa, dalla rappresentanza diplomatica del Principato.
Vi sono però altri motivi a fondamento della particolare attenzione dimostrata nei suoi confronti da Xi Jinping. Monaco non è soltanto il centro di molte attività finanziarie internazionali, cui il Principe partecipa direttamente, avvalendosi di una formazione accademica del più alto livello.
Il Principato è anche il luogo in cui vengono tessuti molti rapporti politici, sia pure informali, in particolare tra l’Europa occidentale e la Russia, facilitati dal fatto che numerose personalità dell’economia e della politica di quel paese hanno scelto come loro residenza le grandi ville sulla Costa Azzurra. Il turismo residenziale, inventato dagli aristocratici inglesi dopo le guerre napoleoniche, è tornato ad essere uno strumento nel gioco politico internazionale. Gli uomini delle due parti dell’Europa, quando è finita la guerra fredda, hanno cominciato a tessere rapporti tra loro attraverso le società esoteriche tradizionali, oltre che mediante l’attività ecumenica svolta tra le diverse chiese e le diverse religioni.
Qualcosa di analogo era avvenuto agli esordi del sionismo, quando gli ebrei askenaziti e sefarditi si conobbero tra loro nelle logge massoniche.
Tutta questa trama di rapporti ha un risvolto che induce chi non conosce la finanza e la politica internazionale, e tanto meno l’ambiente delle società esoteriche a sospettare presunte trame segrete.
A questa diffidenza, e a questa inquietudine, intende rispondere l’iniziativa assunta congiuntamente dai Templari con una università italiana, che si propone di mettere la sapienza tradizionale a disposizione di chiunque voglia conoscerla per istruirsi e per migliorarsi.
“Secretum” non significa in latino misterioso, o nascosto, bensì letteralmente “separato”. Per superare la separazione dalla verità, occorre passare il confine che divide gli iniziati dai profani. Questo confine si supera praticando la virtù e coltivando la conoscenza.
Le società esoteriche non intendono dunque nascondere la propria, ma al contrario si propongono di diffonderla. Non già con iniziative estemporanee, bensì promuovendo delle adeguate istituzioni accademiche. Ciò è precisamente quanto si propone la convenzione stipulata dall’Ordine dei Templari del Principato di Monaco con una università: si tratta di mettere a disposizione di chi vuole studiare la sapienza che lo renderà capace di servire e di migliorare il mondo profano.
L’attuale tendenza identitaria comporta la necessità di formare delle nuove “èlites”. La nobiltà europea sorse quando nell’Alto Medioevo, si formarono i nuovi regni, per la necessità di selezionare per l’appunto gli aristocratici, cioè i “migliori”.
Oggi si pone questa stessa necessità, e dunque bisogna ricercare chi – per la sua virtù e la sua sapienza – meglio può farsi carico di promuovere il bene comune. 

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Mario Castellano 29/09/2020
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